Comunichiamo per far vedere anche l’invisibile
Riuscire a rendere visibile l’invisibile e a “comunicare” le cose belle non è facile. È un nostro limite e ne siamo consapevoli. Ogni settimana sul territorio (nelle società sportive e nei Comitati) si realizzano una serie di iniziative straordinarie, che meriterebbero una grande visibilità e che, invece, passano sempre sotto anonimato e silenzio. Gli esempi? Sarebbero 100 mila. Che ne dite di una società sportiva di Nereto (piccolo centro dell’Abruzzo) che organizza una giornata “sport e famiglia” con la presenza di più di tremila persone? Che ne dite delle Finali Nazionali Under 14 che si sono svolte a Lignano la scorsa settimana? Entrare in quella che può essere definita una sorta di Coverciano Polisportiva del Friuli (più di 3 mila posti letto e strutture sportive d’eccellenza ) era semplicemente uno spettacolo. Dentro il “Villaggio Getur” c’era tutta l’Italia; con cento squadre provenienti da ogni angolo della Penisola, dalla Sicilia al Trentino. C’era un’Italia in miniatura, con oltre 1000 ragazzi, con meno di 14 anni. Un’Italia che sa ancora sorridere e sperare. Che bello vederli contenti, sereni, sorridenti… capaci di stringere amicizia in pochi minuti. Che bello vederli mangiare insieme. Che bello vederli lasciare lontano dal campo ogni forma di esasperazione. Che bella la serata “sotto le stelle” con gli occhi di tutti rivolti al cielo “rapiti” dalle parole di Don Claudio. Che bella la consegna dei premi “uno sport per la vita” avvenuta in un palazzetto gremito e con un calore umano che sfiorava i mille gradi. Sono state premiate 26 “storie di vita”. Che bello vedere una macchina organizzativa praticamente perfetta “tenuta in piedi” da quasi 100 volontari che per 3 giorni non hanno avuto un istante di riposo. Che belle le premiazioni con le squadre vincenti sul podio e gli altri a fare festa e applaudire. Che bello incontrare tanta gente che diceva «grazie, è stata un’esperienza che non dimenticheremo mai. Questo è il vero sport». Che bello vedere i ragazzi che salivano sui pullman domenica mattina con gli occhi lucidi. Che brutto che tutto questo resti, ancora una volta, quasi invisibile. È proprio così. Se non fosse per questo spazio su Avvenire di quel patrimonio di umanità che sono state le finali under 14 non ci sarebbe “traccia”. Perché , nel mondo di oggi, comunicare le cose belle è quasi impossibile? La risposta non l’abbiamo. Resta il fatto che la domanda è di quelle che fanno male. Anche perché Lignano era solo una tra le centomila cose belle che meriterebbero di essere conosciute.